In alcuni casi specifici, e in determinate modalità di comunicazione, all’interno del comunicato stampa può essere allegato (sì come si dice quando si invia una mail, proprio un allegato) un testo scritto in chiave storytelling che possa approfondire la tematica e coinvolgere maggiormente chi legge.
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Questo accade, ad esempio, durante la rassegna stampa di un evento culturale come può essere una mostra, un vernissage, un concerto, un evento artistico.
Di seguito andremo a snocciolare cosa significa narrare una storia che possa coinvolgere il lettore, quali sono le strategie vincenti per toccare chi legge dal punto di vista emotivo, come suscitare hype, attesa, suspence, andando a lavorare direttamente sulla sfera emozionale.
Fondamenti di storytelling
Uno storytelling funziona proprio come un racconto, e quindi segue le regole della trama e dell’intreccio, proprio come una favola o una fiaba.
Di solito, una strategia narrativa come questa, che potrebbe benissimo cominciare con un incipit come C’era una volta e continuare come fosse un romanzo, abbracciando un approccio del tutto creativo, viene supportata da una serie di immagini, di foto dello stesso impatto emotivo e dall’appeal estetico accattivante.
Questa tecnica si chiama visual storytelling e viene utilizzata in molti supporti artistici, come può essere ad esempio un book fotografico di nozze, anche chiamato oggi con il termine più consono di libro fotografico, a sottolineare la sua dicotomia con un romanzo da sfogliate. Sì, proprio come quei volumi di carta che, prima di coricarci, sfogliamo con i nostri figli; come quei libri tangibili, con tanto di copertina, che amiamo accarezzare, annusando il profumo della carta stampata, mentre ci rilassiamo di sera.
L’apparato visivo in uno storytelling legato al comunicato stampa è fondamentale, perché chiarisce in pochi attimi l’idea, il concetto chiave che porta avanti il contenuto scritto, ribadendo non solo l’informazione in sé ma il caleidoscopio di percezioni ed emozioni che essa suscita nel lettore.
Proprio per questo motivo, lo storytelling con tanto di foto deve contenere immagini di ottima qualità, HD, oppure video in 4K ad alta risoluzione, con colori brillanti, vedute panoramiche emozionanti, scenari spettacolari, piani e campi che fanno vibrare.
L’abbiamo detto più volte, lo storytelling ha la funzione di creare connessioni emotive con il lettore, deve essere autentico ed emozionante: chi legge deve provare a immedesimarsi all’interno della storia e dei personaggi, come se stesse vivendo la medesima vicenda.
Nelle righe successive proveremo a stilare un esempio concreto di storytelling allegato al comunicato stampa adottando una strategia molto comune e diffusa, quella dell’Io narrante, che molto spesso coincide con il protagonista della storia e con il ruolo salvifico dell’eroe.
Lo storytelling inteso come un romanzo di formazione
Quando si decide di adottare una strategia marketing fondata su contenuti scritti di valore, come può essere un comunicato stampa approfondito con tanto di storytelling, l’aspetto emotivo è fondamentale.
Ad esempio, il noto marchio italiano Barilla ha lanciato una tipologia di pasta trafilata al bronzo, che trattiene meglio il sugo e che conserva quella rusticità tipica delle ricette di un tempo, fatte in casa con amore. Nel comunicato stampa collegato al lancio di questi spaghetti sono state specificate le famigerate 5W, who, what, when, where, why, ma non ci si è dimenticati di includere l’how, il come, che coincide esattamente con il concetto chiave e con la narrazione che il marchio di pastasciutta più celebre al mondo ha voluto esprimere.
L’ispirazione viene dal famoso cartone animato Lilli e il Vagabondo, The Lady and the Tramp, dove in una storica scena si vedono i due cani succhiare all’unisono lo stesso spaghetto alle polpette che termina in un bacio, in uno scenario romantico dipinto da iconico spirito napoletano: allo stesso modo i due protagonisti dello spot-storytelling, che fa parte del video multimediale allegato al comunicato stampa del lancio del prodotto trafilato al bronzo, riproducono la scena, cullati da una romantica serenata.
Manca solo la call to action: Pasta is born again, un concetto chiave che non solo richiama il ritorno a casa di un Ulisse che risponde a un eco lontano, ma definisce la rinascita di un prodotto, come la pasta Barilla, che si riconferma un vero e proprio evergreen, un’icona della cucina made in Italy annoverata e amata in tutto il mondo.
Riassumendo, lo storytelling visual progettato dal noto brand italiano, che rinnova il packaging in una vivace, invitante e croccante nuance rosso fuoco che ricorda i tegami della nonna, raccoglie, come Pollicino fa con le briciole di pane, un rientro a casa con i fiocchi, suscitando nello spettatore sensazioni di casa, di famiglia, di calore e di nido, di quel rifugio dell’eroe che rientra a Itaca dopo mille peripezie.
Il tone of voice è caldo, suadente, avvolgente, come tutte le pubblicità Barilla; i riferimenti confermano particolari parametri che sono rimasti nel nostro immaginario, chi non conosce il cartone animato di Lilli e il Vagabondo e quella mitica scena romantica, condita dagli spaghetti alle polpette?
Va da sé che vengono coinvolti molteplici campi sinestetici, dal gusto, all’olfatto, alla vista, dal ricordo dell’infanzia alla condivisione di un piatto di pasta da grandi, con gli amici o con il partner: la voce narrante non invita solamente ad assaggiare una nuova tipologia di pasta più gustosa, ma coinvolge con una call to action ben precisa: pasta is born again, l’eroe è rinato, è tornato a casa e ripartirà per nuovi lidi e territori da esplorare. Un programmino niente male, che dite? Noi abbiamo già l’acquolina in bocca!
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Il comunicato stampa è vincente, è arrivato dritto al punto, sopportato da un racconto coinvolgente che sa di altrettante storie, come una matrioska di emozioni, percezioni e sensazioni.