Se sei il titolare di un marchio che desideri sponsorizzare, ti sarà senz’altro capitato, almeno una volta, di sentir parlare di “personal branding”. Questa espressione assume in realtà un’importanza cruciale, essendo il frutto di una serie di strategie mirate a promuovere il tuo brand, nonché l’immagine di te che ci sta dietro.
Ma come si costruisce un personal branding di valore? E quali sono le differenze tra branding personale e branding aziendale? Obiettivo dell’articolo è proprio quello di rispondere a queste domande, facendo definitivamente chiarezza su uno dei temi più importanti del marketing.
Cos’è il personal branding
Se volessimo spiegare il significato di “personal branding”, potremmo rifarci alla brillante definizione fornitaci da Jeff Bezos, l’ex amministratore delegato di Amazon, che ha paragonato quest’espressione a “quello che la gente dice di te, una volta che sei uscito dalla stanza”.
Ed effettivamente il personal branding è proprio questo: un processo di costruzione e promozione della propria immagine e reputazione personale. L’obiettivo è infatti quello di sviluppare e comunicare un’identità unica e riconoscibile che distingue una persona e/o un brand da tutti gli altri, evidenziando le sue competenze, esperienze, valori e personalità.
Per conseguire questo fine, è dunque necessario concentrarsi su alcuni aspetti chiave di sé stessi e/o del proprio marchio, definendoli con precisione e rendendoli il più possibile riconoscibili. Tali aspetti sono:
- identità e valori, chiarendo chi sei, cosa rappresenti e quali sono i valori in cui credi e/o quelli promossi dal tuo brand;
- competenza e conoscenza, attraverso la dimostrazione delle tue abilità, competenze e conoscenze in un determinato settore;
- coerenza dell’immagine che dai, da mantenere su tutte le piattaforme e nell’ambito di qualsiasi interazione, sia online che offline;
- visibilità, da promuovere e portare avanti attraverso l’uso dei social media, blog, conferenze e altri canali di comunicazione;
- networking, uno strumento che ti permette di costruire e mantenere relazioni con professionisti in grado di supportare e rafforzare il tuo brand personale;
- reputazione, che dev’essere sempre mantenuta al top, dimostrando integrità e affidabilità.
Come puoi vedere tu stesso, il personal branding altro non è se non un insieme di tecniche e strategie che ti permettono di costruire un’immagine di successo, sia di te stesso che del tuo brand. E il bello è che, sebbene si tratti di un concetto di origini piuttosto recenti, è possibile riscontrare esempi di “personal branding” già nel lontano passato.
Pensa per esempio a celebri artisti del Rinascimento come Michelangelo Buonarroti e Leonardo Da Vinci. Già all’epoca la loro fama li precedeva, motivo per cui non deve certo sorprendere il fatto che venissero chiamati a lavorare dai più grandi papi e nobili del tempo che, giustamente, volevano che le loro opere fossero realizzate dai migliori. E loro lo erano di sicuro.
Tutto questo per farti capire che, perfino in secoli così lontani, per avere successo nella propria professione era d’importanza fondamentale farsi un nome che attirasse i committenti. E Michelangelo e Leonardo ci sono riusciti davvero molto bene, tanto da essere celebrati e venerati ancora oggi.
Con questo non voglio certo affermare che, per vantare un buon personal branding, tu debba diventare immortale come loro. Volare così alto non è affatto necessario: per avere successo è infatti sufficiente costruirsi una buona reputazione, approfittando anche degli strumenti tecnologici che la nostra epoca ci mette a disposizione, come ad esempio i social media. Altrettanto importante, è la capacità di integrare e armonizzare il personal branding con quello del proprio brand aziendale e, per poterlo fare, è fondamentale conoscere la differenza che intercorre tra l’uno e l’altro.
Differenze tra personal branding e branding aziendale
Per quanto l’espressione “personal branding” venga usata spesso in riferimento alla costruzione e alla valorizzazione dell’identità di un brand, in realtà sarebbe più corretto parlare di “branding aziendale”. Questi due concetti, nonostante non siano sinonimi e perseguano due obiettivi differenti, sono comunque interconnessi tra loro.
Mentre il personal branding si focalizza sul processo di promozione, valorizzazione e sponsorizzazione di una persona, quindi di un “brand personale”, il “branding aziendale” punta direttamente a valorizzare l’azienda che c’è dietro il marchio. Detto in altre parole, non lavora tanto sui valori della persona, quanto su quelli della sua azienda, impegnandosi a farli percepire logici, coerenti, affidabili ma, soprattutto, riconoscibili da tutti gli altri.
Tutto questo anche attraverso una serie di tecniche e strategie che vanno dalla promozione del brand, attraverso gli strumenti di marketing, al fatto di associarlo a slogan e loghi visivi d’impatto, che s’imprimeranno indelebilmente nella mente delle persone.
Come avrai certamente intuito, tuttavia, questi due concetti non possono prescindere l’uno dall’altro. Al contrario, un personal branding efficace può influire positivamente sul branding aziendale, e viceversa. E, naturalmente, vale anche il contrario. Ciò significa che, se vuoi che il tuo brand aziendale risulti affidabile e coerente, anche il tuo personal branding dev’esserlo altrettanto.
Facciamo un esempio e immaginiamo che tu sia il titolare di un noto marchio di alimenti vegani. Che tipo di branding aziendale ti impegneresti a costruire, per convincere i consumatori vegani ad acquistare il cibo da te? Sicuramente farai appello alla sensibilità che la tua azienda dimostra nei confronti della sofferenza degli animali da macello, ma anche alla sostenibilità dei tuoi prodotti, che non inquinano come quelli a base di carne (tanto per farti alcuni esempi).
Prova ora a pensare a cosa accadrebbe se venissi fotografato da un giornalista mentre sei al ristorante a gustarti una succulenta fiorentina. Te lo dico io: la tua azienda sarebbe finita! Questo perché andresti a creare una letale discrepanza tra il tuo brand aziendale votato agli alimenti vegan e il tuo personal branding (cioè te), che invece la carne la mangi eccome!
Tutto questo per dimostrarti che, sebbene le due espressioni rimandino a significati diversi, all’atto pratico sono quasi la stessa cosa, in quanto dietro a un’azienda c’è sempre una persona ed entrambe, per risultare credibili e avere successo, devono necessariamente credere negli stessi valori.
Perché curare il proprio personal branding
Arrivato a questo punto, dovresti ormai aver compreso appieno la grande importanza del personal branding e quanto sia fondamentale renderlo coerente con il branding aziendale. Del resto, i vantaggi di un personal branding forte ed efficace sono piuttosto evidenti, motivo per cui un professionista come te dovrebbe sempre impegnarsi a renderlo tale. Così facendo, infatti, potrai godere di una serie di strategici benefici, che includono:
- un aumento della riconoscibilità e della visibilità, con la conseguenza che le persone (leggi clienti) ti troveranno con molta più facilità;
- potenziali avanzamenti di carriera, anche attraverso partnership e collaborazioni con persone influenti del tuo settore, che verrebbero per l’appunto attirate dal tuo personal branding;
- una maggiore credibilità, in quanto sia te che il tuo marchio verrete considerati autorevoli e affidabili;
- la creazione di una rete di supporto, formata da esperti che saranno sempre disponibili a confrontarsi con te, fornendoti consigli e aiuto prezioso.
Riassumendo, impegnarti a costruire un buon personal branding non solo ti aiuta a distinguerti e a costruire una reputazione forte, ma ti apre anche molte porte e opportunità professionali. Parliamo pertanto di un vero e proprio investimento per il tuo futuro, che può condurti a un successo duraturo e a una maggiore realizzazione personale.
Va da sé, naturalmente, che per ottenere tutto questo devi lavorare nell’ottica di una determinata strategia, il cui primo punto all’ordine del giorno è senz’altro relativo alla definizione dei tuoi obiettivi. Chiediti quindi quali sono gli obiettivi che intendi raggiungere con il tuo personal branding, lasciando da parte sogni e fantasie e concentrandoti piuttosto su traguardi:
- specifici;
- misurabili;
- raggiungibili;
- rilevanti;
- definiti nel tempo.
Quindi, tornando all’esempio dell’azienda di alimenti vegani, magari non è il caso di porti come obiettivo quello di convincere l’intera nazione a non mangiare più la carne, impegnandoti piuttosto ad acquisire il 30% di clienti in più nell’arco del semestre giugno – dicembre: un traguardo non certo facile, ma nemmeno irraggiungibile.
La domanda è: come fare a convincerli a venire da te? Del resto, non sei certo l’unico a vendere cibo vegan. Ed è appunto qui che entra in gioco il personal branding! Attraverso l’uso mirato di tecniche come lo storytelling, puoi raccontare una vera e propria storia sul come e perché hai deciso di costruire il tuo brand di alimenti vegan (o qualsiasi altro marchio tu abbia scelto).
Il segreto è quello di risultare il più autentico e sincero possibile, dimostrando che, pur essendoti trovato davanti a numerosi ostacoli, alla fine ce l’hai fatta e desideri condividere il tuo successo con tante altre persone come te. Tutto questo, ovviamente, distinguendoti dai tuoi competitor. Il messaggio che devi riuscire a far arrivare è il fatto che i tuoi prodotti sono unici e che il tuo brand ha qualcosa di speciale che le persone non troveranno da nessun’altra parte. La domanda è: come fare?
Esempi di un personal branding solido
Per rispondere alla domanda provocatoria che ti ho lanciato nel paragrafo precedente, voglio sfruttare anch’io la tecnica dello storytelling, raccontandoti una mia esperienza personale che mi ha insegnato quanto risulti vincente distinguersi dai competitor.
Devi infatti sapere che, quando finalmente arriva l’estate anche nella mia zona, mi piace trascorrere le serate al lago, concedendomi una rilassante nuotata al tramonto e lasciandomi coccolare dall’abbraccio dell’acqua. La spiaggia che scelgo abitualmente per nuotare è una località turistica del Lago di Como che, ogni anno, attira non soltanto stranieri, ma anche persone come me, che decidono di concedersi qualche ora di relax al lago, magari concludendo la serata con una pizza in buona compagnia.
Ed è qui che arriviamo al nocciolo della questione. Perché la pizza la prendo sempre nello stesso posto, vale a dire una pizzeria d’asporto del luogo che offre un servizio unico nel suo genere: la consegna “a domicilio” direttamente sulla spiaggia, senza nessun costo aggiuntivo e ad opera di un gentile fattorino.
Il tuo unico compito è semplicemente quello di alzarti dal lettino per andare a ritirare la consegna all’ingresso della spiaggia, per poi gustarti la pizza mentre ti godi lo spettacolo del sole che tramonta dietro le montagne, con il gorgoglio dell’acqua come dolce sottofondo.
E fidati quando ti dico che a usufruire di questo servizio sono davvero tantissime persone, ogni giorno, per tutto il periodo estivo! Del resto, nel lido stesso sono presenti strategici cartelloni pubblicitari con il logo della pizzeria, corredati dallo slogan: “Consegna gratuita sulla spiaggia!”.
Ti svelo anche un altro segreto: la loro pizza è buona, ma sinceramente ho mangiato di meglio. I titolari non brillano in cortesia e una volta ci ho perfino litigato. Ciò nonostante, non rinuncio al piacere di una pizza gustata al tramonto e direttamente sul bagnasciuga. Anche perché, come ti ho detto, sono gli unici della zona a offrire questo speciale servizio a domicilio. E di tutto il resto non importa a nessuno: loro sono “quelli della pizza sulla spiaggia”, e tanto basta per diventare clienti fissi.
Sebbene sia frutto di una mia esperienza personale, questa storia dimostra che, per costruire un solido personal branding, è necessario sapersi distinguere. E i pizzaioli del lago, nel loro piccolo, lo hanno fatto in maniera esemplare!
Naturalmente possiamo anche rifarci a esempi di professionisti più famosi, come ad esempio MacDonald, brand leader della ristorazione fast food. Caratterizzato da un logo più che riconoscibile e da uno slogan semplice e orecchiabile, questo noto marchio è divenuto celebre in un modo non dissimile da quello dei miei pizzaioli: offrendo un servizio che all’epoca non offriva nessun altro, vale a dire quello del “cibo veloce”.
La morale di storie come queste, pertanto, è piuttosto chiara: se punti a costruire un personal branding di successo devi dimostrare di essere unico, offrendo qualcosa in grado di distinguerti da tutti gli altri e che convinca le persone ad affidarsi completamente a te. E, se conosci esperienze di professionisti con un solido personal branding, magari nell’ambito della tua realtà locale, non esitare a raccontarcele!