Immagina di voler acquistare un prodotto per la cura della pelle di tuo figlio, ma con criteri specifici: senza agenti chimici, ingredienti naturali, e un budget ben definito. Come cercheresti online? Probabilmente, come la maggior parte delle persone, inizieresti con una ricerca generica, magari confrontando schede prodotto per ore. L’intelligenza artificiale ha trasformato questo processo in un istante. Una singola query conversazionale (“Sapresti consigliarmi un detergente per il viso per bambini, biologico, con ingredienti naturali e sotto i 10€?”) è sufficiente per ottenere una risposta precisa e immediata. Questo non è un caso isolato, ma il futuro della ricerca online. Mentre i motori di ricerca si evolvono, la tua strategia SEO deve fare lo stesso. Non si tratta più solo di parole chiave, ma di comprendere l’intento che si nasconde dietro ogni domanda. In questo articolo, ti mostreremo un approccio rivoluzionario per la ricerca delle parole chiave nell’era dell’AI, che probabilmente non hai mai sentito prima, e ti guideremo passo dopo passo nella sua applicazione.
Nota: Questo articolo si basa su una brillante intuizione avuta da Rank Math. Ho rielaborato i concetti chiave per aiutarti a metterli in pratica. Trovi il video completo in fondo a questa pagina.
Come fare keyword research per l’AI?
La ricerca tradizionale delle parole chiave si è sempre basata sul brainstorming e sull’analisi di “parole chiave a coda corta” (short tail) e “parole chiave a coda lunga” (long tail). Nell’era dell’AI, questo approccio è obsoleto. L’obiettivo principale è identificare le query conversazionali e contestuali che un utente porrebbe a un modello linguistico (LLM) come ChatGPT o Google Gemini. Il punto di partenza non è più il prodotto, ma il problema dell’utente.
Esempio Pratico:
Se vendi cibo per cani, invece di cercare “cibo per cani”, pensa ai problemi dei proprietari. Un padrone sensibile alla salute del proprio cane potrebbe cercare: “Cibo per cani con problemi digestivi” o “Cibo per cani che soffrono di allergie”. Per identificare queste domande in modo sistematico, puoi usare un prompt appositamente creato per ChatGPT:
Sono un’agenzia che si occupa di [prodotto o servizio]. Per favore, identificami il denominatore comune che connette i problemi, le situazioni o i bisogni dei clienti a questo prodotto. Poi suddividi questo denominatore in sottocategorie logiche. Infine, forniscimi delle query conversazionali e situazionali che le persone reali porrebbero online, raggruppandole sotto ogni sottocategoria, in modo che puntino naturalmente al mio prodotto come soluzione.
Questo prompt ti fornirà una lista dettagliata di domande reali, permettendoti di scoprire l’intento di ricerca latente e di capire cosa cercano davvero i tuoi clienti ideali. Se hai un’agenzia di social media marketing, un’app per la gestione del budget o una linea di prodotti per neonati, questo metodo funziona per ogni tipo di business. Se cerchi un aiuto per fare questo in modo più rapido e automatizzato, scopri il mio servizio sulla continuita editoriale con AI.
Quali sono le nuove strategie SEO per Google AI?
Le query conversazionali sono solo l’inizio. I modelli linguistici come ChatGPT non si basano esclusivamente sui dati con cui sono stati addestrati; cercano attivamente pagine web rilevanti per la query. E la maggior parte delle pagine web sono ancora ottimizzate per parole chiave tradizionali. Di conseguenza, l’IA cerca correlazioni tra le query conversazionali e le keyword tradizionali.
Per capire quali parole chiave tradizionali sono rilevanti, il modo migliore è utilizzare strumenti come Perplexity AI o similari.
Come fare:
- Inserisci una query conversazionale, ad esempio: “Voglio smettere di mangiare fuori così spesso, ma non ho tempo per cucinare. Cosa posso fare?“
- Analizza le “Sources” (Fonti) che l’IA utilizza per costruire la sua risposta.
- Presta attenzione ai titoli SEO delle pagine web citate. Molto probabilmente troverai keyword come: “ricette veloci per persone impegnate”, “come smettere di mangiare fuori”, “idee per pasti sani”, ecc.
Il tuo obiettivo, in quanto creatore di contenuti, è produrre articoli che abbiano come target queste keyword tradizionali. In questo modo, quando un utente interroga un’IA con una query conversazionale, il tuo contenuto avrà maggiori probabilità di essere considerato rilevante e di essere citato. L’obiettivo non è posizionarsi in cima a Google (sebbene sia una conseguenza positiva), ma fare in modo che l’IA associ il tuo brand ai problemi dei tuoi clienti. Questo è il cuore di un sistema di marketing che funziona.
Come usare l’IA per la keyword research?
Poiché gli LLM non condividono i dati di ricerca degli utenti, non esistono strumenti precisi per misurare il volume di una query conversazionale. La soluzione è stimare il volume di ricerca basandosi sull’intento.
Ecco come fare:
- Raccogli tutte le keyword tradizionali che hai identificato al punto precedente e inseriscile in uno strumento come Google Keyword Planner.
- Analizza il volume di ricerca di ciascuna keyword e raggruppale per “intento di ricerca”. Ad esempio, “cibo per cani per articolazioni” e “integratori per cani anziani” possono essere considerate come un unico intento (soluzioni per cani con problemi articolari).
- Somma il volume di ricerca delle parole chiave all’interno di ogni intento.
Questo ti darà una stima del volume di ricerca totale. Il principio è semplice: la domanda di ricerca non scompare, ma cambia solo il modo in cui le persone la esprimono. Questa logica ti permette di dare un peso alle tue parole chiave, concentrandoti prima su quelle con il volume più alto, a prescindere dalla competizione.
La SEO nell’era dell’AI non è morta, si è solo evoluta. Non si tratta più di trovare parole chiave isolate, ma di comprendere il “perché” che si nasconde dietro le domande dei tuoi potenziali clienti. Identificando le query conversazionali, analizzando le parole chiave tradizionali ad essa associate e stimando il volume di ricerca in base all’intento, puoi creare contenuti che non solo si posizionano, ma che risolvono realmente i problemi del tuo pubblico.
Se vuoi costruire il tuo sistema per la creazione di contenuti basato sull’IA, che non dipenda dai capricci degli algoritmi ma ti posizioni come un’autorità di riferimento, ti consiglio di iscriverti alla mia newsletter gratuita, dove ogni settimana ti invio consigli, tool e strategie che uso per il mio business e per quello dei miei clienti.