Oggi voglio parlarti di qualcosa di cui non si sente spesso parlare quando si tratta del nostro lavoro: l’ansia. Sì, quella sensazione che ti blocca, ti fa battere il cuore a mille e che, a volte, ti fa sentire come se volessi mollare tutto.
Forse, quando pensi a chi lavora online – SEO, content creator, comunicatori – immagini persone sicure di sé, che si divertono davanti a una webcam o su un palco, senza un briciolo di paura. Beh, ti capisco. È esattamente quello che spesso pensano le persone di me. E, in parte, anch’io ci credevo.
Ma la verità? È molto diversa.
Quello che non si vede sono le ansie che arrivano con il tempo, con l’esperienza, e che non avrei mai immaginato di dover affrontare. Ti sembrerà assurdo, ma ogni volta che mi preparo per una call, un video o un evento, c’è un piccolo demone dentro di me che si risveglia. Mi ricorda tutte le volte in cui mi sono sentito inadeguato, tutte le volte in cui avrei voluto fuggire.
Durante la pandemia, tutto questo ha preso il sopravvento. Mi è successo persino di dover chiudere in fretta una call con un cliente perché non riuscivo più a gestire l’ansia. Ero lì, con il cuore che correva, i pensieri confusi, il respiro corto… Mi sentivo soffocare. Mi sono rifugiato nel silenzio, con il computer spento. Solo il giorno dopo ho trovato il coraggio di spiegare cosa fosse successo.
Se anche tu hai mai provato qualcosa di simile, sappi che non sei solo. A volte ci dimentichiamo che dietro ogni professionista c’è una persona, e che anche chi sembra sicuro e brillante può avere le sue difficoltà.
Sono stato in terapia per capire cosa stesse succedendo dentro di me, e ti dirò… non è una cosa che si risolve da un giorno all’altro. Ancora oggi mi capita di sentire quel nodo allo stomaco prima di una presentazione o di una semplice call. Ma ora ho imparato a conviverci.
E sai una cosa? Ho anche capito che queste ansie, alla fine, mi hanno insegnato qualcosa di importante. Oggi non cerco più di nasconderle. Le affronto, le accetto. Quando sono salito sul palco all’ultimo WordCamp Verona per parlare di public speaking, sapevo che il mio cuore sarebbe andato all’impazzata. E infatti, il mio orologio segnava 147 battiti al minuto! Ma sono andato avanti lo stesso, e ho raccontato proprio della mia esperienza con le paure.
Puoi vedere, se ti va, il mio intervento da qui
C’è una cosa che ho imparato lungo questo cammino: più ci apriamo, più diventiamo autentici. E, paradossalmente, più mostriamo le nostre debolezze, più le persone riescono a connettersi con noi.
Per tanto tempo ho cercato di nascondere tutto questo, di mostrarmi sempre sicuro, pronto, preparato. Ma la verità è che anche io, come tutti, ho le mie fragilità. E oggi, anziché evitarle, provo a farne delle alleate.
Non so se anche tu hai mai vissuto qualcosa di simile, ma voglio dirti che non dobbiamo combattere queste sensazioni da soli. Parlare delle nostre ansie ci rende più forti, più umani.